Era così definito un particolare ponticello pensile, fatto con una tavola sospesa per le sue estremità a due cime.
Era usato dai marinai e dalle maestranze per i lavori di pulizia, pitturazione e riparazione, lungo gli alberi delle navi e sulla superficie esterna degli scafi (“fuoribordo”)
Una diversa versione del Balzo prevedeva che la tavoletta fosse munita ai suoi angoli di quattro cime, che si riunivano al di sopra in un occhio da incocciare ad una drizza. Anche in questo caso l’utensile serviva da sedile pensile per salire sull’albero (“a riva”) ed effettuare controlli o lavori.
La classica tavoletta è oggi sostituita da una più comoda imbragatura, che è anche più affidabile, visto che per questa operazione è opportuno prendere ogni misura di sicurezza ed assicurarsi a più cavi, uno di lavoro ed uno di rispetto, agganciati in punti diversi.
Si è affermato ormai da tempo il termine Bansigo , che però è la voce dialettale genovese del Balzo.
Buon Vento! L.B.
Parola di velista: il Balzo.
ultima modifica: 2025-01-20T22:51:16+01:00
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