Questo fischietto è chiamato proprio “fischio del nostromo”, generalmente è di ottone, o comunque di metallo, ed ha una catenina che consente di tenerlo al collo sempre pronto all’uso.
È fatto da un tubicino, detto cannone, da un anello, detto maniglia, attaccato all’estremità dell’impugnatura, chiamata chiglia,e di una pallina forata, detta boa, da cui esce il suono. Si impugna all’altezza della chiglia, tra pollice ed indice; con le altre dita si regolano invece l’intensità e la modulazione del suono (una nota alta e una bassa, tre toni: pieno, modulato e trillo).
Emettendo questi suoni modulati, permette di impartire ordini diversi a seconda del suono e dei trilli variamente modulati, e, cosa più importante, consente a tutto l’equipaggio diversamente disposto (anche dal punto più alto degli alberi!) di sentire l’ordine da eseguire.
Il fischio da nostromo è di origine britannica, si chiamava boat-swain’s pipe. Sembra esistesse già nel Medioevo, ma sicuramente se ne conosce la presenza a bordo delle navi nel tardo Seicento. Viene usato anche per rendere gli onori al Comandante e agli Ufficiali, ed ospiti importanti, che salgono a bordo o che scendono dalla nave.
Il nostromo di bordo è sempre e solo uno, è il capo supremo dei nocchieri. Questi impartisce gli ordini dati dal Comandante tramite il fischio da nostromo. È aiutato nel suo lavoro da un gruppo di nocchieri, muniti anch’essi di “fischietto”.
fonte Bais R. (www.marinaiditalia.com) – 2012